UNICUM
Tra mito e realtà
La storia dello Zwack Unicum ha un’origine antica, che affonda le proprie radici nella storia dell’Impero Austro-Ungarico. E’ infatti il 1790 quando Giuseppe II, imperatore e re dell’Ungheria, convoca il Dottor Zwack, medico della corte imperiale, per comunicargli i propri problemi legati alla digestione. Il dottore allora, dopo averci riflettuto, gli somministrò un sorso di un digestivo a base di erbe, al cui ingerimento la leggenda narra che Giuseppe II rispose con la frase “Das ist ein unicum”, ovvero “questo nettare è unico”.
Ecco svelata quindi, tra mito e realtà, l’origine del nome di questo prodotto che diede inizio alla distilleria Zwack, che, dal 1892 si trasferì nel IX distretto di Budapest, dove ha sede ancora oggi, in uno spazio più grande, per fare fronte a un successo e a una richiesta di produzione sempre più elevata. Oggi a capo di questa realtà produttiva troviamo Sandor Zwack, che ha contribuito nell’ultimo decennio al rinnovamento dell’immagine dei prodotti realizzati, introducendo un design grafico più accattivante per ciascun’etichetta.
L’Unicum di Zwack viene realizzato partendo dalla ricetta originale, datata 1790. Si tratta di uno dei più antichi liquori alle erbe realizzato in Europa, che prende vita da una lavorazione di oltre quaranta erbe e spezie. Queste materie prime vengono accuratamente selezionate, e provengono da tutti e cinque i continenti, con elementi che giungono anche da paesi come Australia, Malawi e India.
Alcuni ingredienti, ritenuti fondamentali per donare il classico sapore all’Unicum, vengono pesati personalmente da Anne Marshall Zwack, madre di Sandor, così da mantenerne segreto e in famiglia l’esatto dosaggio. La fase produttiva entra nel vivo quando erbe e spezie vengono sia macerate, immerse in alcol a base di mais di altissima qualità, che distillate, oppure solamente macerate o distillate, a seconda di quale procedimento è più indicato per l’estrazione della fragranza.
I liquidi ottenuti vengono poi miscelati in un grande contenitore di legno, che può avere una capienza addirittura di 20.000 litri. Dopo quest’operazione l’Unicum viene lasciato riposare in botti di rovere, periodo in cui acquisisce nuovi profumi e sapori, in grado di completarne il profilo gusto-olfattivo.